Ho scelto la prigionia – il documentario

HO SCELTO LA PRIGIONIA
diario di un Internato Militare Italiano
in onda su Rai Storia

soggetto, sceneggiatura e regia Francesco Conversano, Nene Grignaffini
una produzione Rai Cultura
realizzato da Movie Movie
testo e consulenza storica Luca Alessandrini
riprese Salvatore Varbaro
suono e montaggio Stefano Barnaba
con Silvana Vialli e Bruno Vialli, Marco Ficarra, Francesco Guccini, Alberto Guareschi, Mariarosa Pancaldi, Luisa Raffaelli, Mario Avagliano, 

Comunicato stampa di RaiStoria
Dopo l’8 settembre 1943, decine di migliaia di ufficiali, sottufficiali e soldati italiani vennero catturati dai tedeschi che erano stati, fino a quel momento, i loro alleati. Oltre settecentomila furono i deportati in Germania e in Polonia, in ventimila morirono nei campi di prigionia. A loro – gli lnternati Militari ltaliani – è dedicato il documentario “Ho scelto la prigionia”, firmato da Francesco Conversano e Nene Grignaffini, in onda mercoledì 13 gennaio alle 22.30 su Rai Storia. “Fu il prezzo drammatico pagato al fascismo e alle sue volontà di potenza e al contempo, il primo momento di resistenza” per la successiva scelta dei militari di rimanere prigionieri in Germania, ha scritto la storica Rossella Ropa. Durante la prigionia i tedeschi sottoposero i militari italiani a un trattamento punitivo, la cosiddetta “alimentazione proporzionata alla produttività” riducendoli, denutriti, al limite dello sfinimento. Il campo di concentramento diventò così per ognuno di loro il luogo della lotta per l’affermazione della dignità umana prima ancora di quella dell’essere soldati, il luogo in cui salvaguardare la propria identità, una sorta di luogo in cui praticare “l’educazione alla democrazia”, il momento in cui elaborare la crisi morale e materiale del proprio Paese, gli errori e le colpe del fascismo.
Filo conduttore del documentario sono le immagini fotografiche scattate clandestinamente dal tenente Vittorio Vialli. Durante l’internamento, Vialli diventa una sorta di “fotografo clandestino” che gode della solidarietà dei compagni di prigionia e realizza una sorta di “reportage”, unico in tutta Europa. Sono quattrocentocinquanta scatti fotografici, sviluppati e stampati solo alla fine della guerra, all’interno dei quali è evidente un suo personale sguardo e “punto di vista” estetico e formale sull’avvenimento fotografato. La documentazione fotografica comincia il primo giorno della sua cattura, l’8 settembre del ‘43, e termina il giorno della sua liberazione, quando ritorna in Italia nel settembre del ‘45 e scatta l’ultima foto al Brennero.
Attraverso le foto di Vialli, rivive la triste vicenda comune a centinaia di migliaia di prigionieri italiani; le sue fotografie raccontano la vita quotidiana dei soldati durante la prigionia, dalla lotta per la sopravvivenza fino al loro ritorno a casa.
Il racconto è arricchito dai frammenti dei diari scritti da militari internati nei lager tra cui quello di Giorgio Raffaelli e dello scrittore Giovanni Guareschi, compagno di prigionia di Vialli. Le immagini di repertorio dei campi di prigionia e della guerra, saranno un altro elemento di testimonianza di quella drammatica esperienza. Infine gli interventi di illustri storici e le testimonianze di alcuni familiari degli ex-internati, contribuiranno alla “ricostruzione” della memoria della vicenda.

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